La sperduta provincia
Volerti stringere, acquietando ogni voglia in questo autunno – caduca la foglia e dai palazzi spenti guardo il vuoto resto fuori, resto acceso sottovuoto mentre friggo idee malsane, perturbazioni nei temporali acerbi, lampi di seconda mano in provincialità distratta. Sbagliare la serratura. Si aggrovigliano i fili dentro le tasche rotte, infiniti nodi marinai per trattenere
Lascia ed abbandona – classiche scelte di non-vita
Lascia ed abbandona case su scogliere – adatte mentre crollano. E’ consono nella razza umana. Lascia ed abbandona i tram in ritardo mentre ha luogo – scialba vuota manifestazione. Abbandona – l’aria declinata dei sentieri complicati. Per dio! Scegli la via facile – nascosto eccoti in angolo. Lascia ed ignora il Sole nelle sue ombre
Ignorami con Ego
Storpiarmi in parole fraintese mentre tacciono gli sguardi linei sottomessi al gioco dei silenzi dove i ghigni sono assensi ma celano codardi dinieghi vani. Leggero sentire tuo – voci dei gabbiani Re. Sparse mille pagine nel selciato ed ignara di tutto le ignorai nel ricercare risposte altrove nei tuoi occhi spenti, senza dove in cui
L’uomo che odiava la fiction (contraddizioni)
Guardava passare, cada mattina la donna astratta – lasciata andare ignorando l’osservazione – immerso mai emerso dai giornali, dalla finzione. Era sciolto nel libido di carta – impressa aveva lasciata la faccia nei caratteri – cubitali, repressi e taciuti, poi resi uguali. In fondo tace, tanto meglio non si cura che non ha ombrello si