La danza friabile della marea
Tu credi, tu credi alla terra sotto i piedi? Alle maree notturne nell’onda che si alza? Alzo il passo, piede freddo è fredda la panchina il marmo gelido – cedo il mio calore il riscatto dell’attesa. Interminabili i minuti la foschia che acceca – i raggi solitari per giustificarmi. Non troverò scogli, fari o gabbiani
Nel respiro
Immobile Io – riflessa. Nel respiro fermo si ricongiunge – timida la mano al petto, gli occhi nel ricercare nell’essere. Tremito.