Danzatori folli del Nulla
Un vento forte su scogliera fragile crolla gracile al mareggiare lento e m’inabisso sciolta tra occhi e volti e nascondo i fianchi a sciocchi ingordi che si perdono, si lasciano e s’abbandonano. Mi perdo anche stanotte, tra i flussi e vetri rotti nei miei pensieri – nei miei pensieri lanciati in aria, finti desideri per
Dei tempi freddi e rudi
Togliti le scarpe e affonda in un centrimetro d’altezza sciogliti nel freddo della notte ed urla al vento i pensieri dichiarati dall’alcool: – non siamo nulla se non i tappi a terra i vetri rotti, le chitarre con le corde spezzate e le ragazzine viziate, non siamo nulla. Versi a caso, urlati eri più sbronzo
La Scoperta del Buio
Sola o solitaria al calar del buio non nascondo il mio volto agli alberi, cedo l’incalzare del mio passo al mormorio del fiume. Seguo nel mio dondolare il fruscio che accompagna lento lo spogliarsi del bosco, riposeranno gli spiriti nella fresca seta dissetati da rugiada e vinaccia del mattino. Questa è l’ora del silenzio calmo
Per il quieto vivere altrui
Non trovo la voce nei fondali marini ne occhi negli abissi dell’anima vago cieca dove il vento sferzante nella sua insolenza bastarda decide al mio posto il percorso. Sono sola avanzando con le mani toccando ogni superficie, tremante mentre mangio la polvere ed ogni sentiero dinanzi a me, ogni via tralasciata è persa e che