Selvatica nel Mare
Voglio il mare nelle vene cielo elettrico il cammino tempesta pelle e cera le labbra di bufera il naso tra le viole le mani tra le rocce e mille gocce gocce ancora senza ancòra o bussola edera attorno la fame del vento la rabbia del volo occhi nel velo il telo dipinto la pelle mai
La danza friabile della marea
Tu credi, tu credi alla terra sotto i piedi? Alle maree notturne nell’onda che si alza? Alzo il passo, piede freddo è fredda la panchina il marmo gelido – cedo il mio calore il riscatto dell’attesa. Interminabili i minuti la foschia che acceca – i raggi solitari per giustificarmi. Non troverò scogli, fari o gabbiani
Indomita fragilità
Sono sola, sabbia dispersa frugata tra mare tempestoso in aria sciolta mi vedo sperduta tremante in caduta, rialzarsi ardere nel fuoco e tramutare sono vetro ai tuoi occhi guardami attraverso – osserva i solchi nelle fragili pieghe.