Per non far tacere il sogno
Si abbandonavano i vestiti ai cigli delle porte e soli frettolosi gli occhi avanzavano cercando il sale e le labbra il sole cingere le mani ai fianchi, per sentirsi più vivi o meno strani quando calava la luna ed i sentieri spogliati e nudi si mostravano. Ai cigli delle porte i piedi nudi fragili e
L’amante solitario
Spingersi oltre sul ciglio del limite sfidarsi. Fingersi altrui occhio dissimulare altrui battito, come scaldare un letto – vuoto e freddo in cui non ascolti battiti d’ali ma tremori e sogni. Buttarsi con convinzione là dove il mondo vede abisso, tenebra e solitudine – scusandosi con l’anima e con cuore sezionato di vedere luce, viva
Sia Salice o Biancospino, io bevo vino.
Non abbandono niente se non il fiore sull’asfalto se non il sole tra i miei denti per ingoiarlo a fondo come gli ingordi il dolce nella settimana di digiuno. Frammento a vuoto il tempo riempiendolo di niente mentre muta la campana suona la mezz’ora ed ignora lenta il vento che gli sferza forte addosso. Saltello
Sale, pepe e garofano.
Un solo grano di sale tre grani di pepe qualche seme di garofano. Due dita di vino un bicchiere di birra ed acqua per dimenticare. Della pasta del giorno prima e dell’ottimo pane, fresco di ieri – buonissimo. Non è la mia realtà, questo passo ed il respiro lento che strascica immedesimazione – realistica.