Lei cade immota.
Nel silenzio attendo muta, questa sera immota. Terreno gonfio acqua asciutta, trionfa. Speranze accese come luci appese, le pretese spente. A stento fiato controllo, non mollo. Lei cade, battente succinta e acida spoglia l’anima inerte rilasciando veleno latente. Specchi mentali informi per cuori deformi, risplendente oscurità.
La folle danza
Mediocremente fragile tra vino rosso agile, mente gracile cado. Semplicemente docile, dama di sogni persi e pesi appesi. Solitaria compagnia di notti sospese e tese, le carovane attese per l’oriente sognando tramonti e pensieri e di Tutto il niente. Trama inconsistente su legna ardente polvere, Cerco vento e aria stagna e la piogga che bagna.
Il gelo di un sabato notte.
I piedi gelano nella notte buia il freddo placa ferite e paure mentre il buio della notte prende l’anima. Il vento flebile culla i capelli eppure il sale scende come ghiacci, graffi i tempi e stoni i suoi. Fuori Tempo. Arrivi che l’inverno è gia iniziato e ti parlano del mare, tu credi. Arrivi la
Adele, ho scritto di lei senza dirvi nulla
Anime riverse su asfalti freddi, scenario desolante di una società che ci avvolge uno ad uno con nastro isolante. Ghiaccio come sguardo ci sfioriamo e abbiamo i brividi, paura di cosa? Tutti dispersi in enormi piazze microscopiche, occhio che scivola come su velluto al fermarsi su un altro vitreo sguardo. E’ sempre Adele che cammina