Sul bancone della cucina. Il gelo ed il carbone.
Cerco riparo, cane impaurito ho le orecchie basse e mi raccolgo Il primo ripiano, il più alto mi accoglie e raffredda i pensieri congela piedi e natiche Solo attraverso queste mani prova ora a congelarmi il cuore mentre brucia, bastardo. E’ vecchio stile: usa il carbone. Sul bancone della cucina obbligo il mio corpo al
L’assenza. Vagare statico tra aria e pelle –
Ho perso il segno il solco delicato della pelle. Con la mano vago sfioro lo spazio – l’invisibile tra il cuscino e l’aria. L’avverto – è viva e lucida l’assenza che non conosco di un profumo mai imparato. Non c’è un sapore diverso solo il mio, tra collo e zigomi, nella notte rifugio
L’indifferenza sarà martire
Raccolgo in buone dosi senza mai lamentarmi, senza sosta raccolgo nei bordi dei marciapiedi tra gli sputi dei passanti. Raccolgo con ingordigia per nasconderla tutta, renderla invisibile – dietro una corta tenda. Sarà mai nata al mio cuore la mia mente ignorerà il nome l’aria scorderà il suo odore – sarà sua stessa martire,
La coordinazione ipocrita di Via Mazzini
Via Mazzini – mattonelle, mattonelle e luci, risplendi! Risplendi nelle vetrine nei margini di luce, eccelsi! Riflettiti, perfetto – “Adoro il nuovo Papa” mentre passi, passo sicuro hai il mento alto sai come portare il passo e lo sguardo fiero – uomo. Ed il tuo passo portato gira venticinque gradi, a sinistra – scansare al