Sia Salice o Biancospino, io bevo vino.
Non abbandono niente se non il fiore sull’asfalto se non il sole tra i miei denti per ingoiarlo a fondo come gli ingordi il dolce nella settimana di digiuno. Frammento a vuoto il tempo riempiendolo di niente mentre muta la campana suona la mezz’ora ed ignora lenta il vento che gli sferza forte addosso. Saltello
Narcolettica visione del delirio
le tre di notte
ed in provincia tutto è chiuso.
Nel poetico vagabondare
rapisciti nelle tue parole
I fili elettrici scoperti
Lascio fili elettrici scoperti mordendoli – quale ratto distratto in questo astratto lago sorpreso nel naufragare vuoto. Quali tuffi a vuoto – elettrizzante nuvola? Passeggiare, certo – traballa nel valzer ubriaco – in danzante delirio che asciutto si protrae nel collerico tremito. Brivido astratto – colletto macchiato imbiancato dal fremito inerme dove si specchia il
Immobile Frammento
Immobile frammento Sonno a vento tralascio strisciano a traverso il flauto, dolce suono. Nel correre docile di battiti – sentieri frugali pasti acquosi spine nei fianchi. Le mie immagini ora bruciano rabbiose veloci Mi allontanano. È giunta l’alba.