L’abbandono dell’Anima al Bello perduto
Anima ferita – tra onde lasciva si rende a Fiume Nel cullare di sogni infranti disperdersi – l’imperativo vivere per l’abbandono incosciente dei fiori dimenticato simbolo – al tempo d’importanza regia per i cuori ora dannazione materiale Diamanti e smeraldi – brucino nell’infamia, spuma e prati brillanti. E’ la noncuranza, i dettagli svaniti in occhi
Un Nido sicuro (?) in Lido lontano
Ho perso pensieri In desideri annacquati In corsi d’acqua instabili che Rompendo argini già così fragili Han fatto – delle mie ciglia corte – nido. Vorrei sdraiarmi indifesa – nel lido Nella culla di onde e sabbia dolcezza Di quiete stordita, soffice tra le dita Inerte invece – attendo impotente Lacrima scende, pesante e tremante
Il tempo del mosto
Smarrito lo sguardo nell’ardore fanciullesco persi i miei occhi, fiamme il vecchio casolare quell’erba che non vedo ora, spersa tra nuove e nuovi. Che resta? Finiti i filari infiniti del tempo dei sorrisi beatitudini, perse forse negli occhi diamanti … Frammenti di acini l’ingordigia di bimba, era tutto dorato nell’ambrato prato il mosto nel
Oro per tacere
Maree silenziose le inascoltate vie disperse in frugali di sguardi bui, uguali finiti come acqua di rabbia veste il muro schegge nelle crepe difese riempitive svuotate di valore. Niente oro per tacere cenere per ferite mal celate. Perché ora tace il merlo fuggito in tua presenza si rifugia muto. Il silenzio suo è taciuto se