L’assenza. Vagare statico tra aria e pelle –
Ho perso il segno il solco delicato della pelle. Con la mano vago sfioro lo spazio – l’invisibile tra il cuscino e l’aria. L’avverto – è viva e lucida l’assenza che non conosco di un profumo mai imparato. Non c’è un sapore diverso solo il mio, tra collo e zigomi, nella notte rifugio