L’assenza. Vagare statico tra aria e pelle –
Ho perso il segno il solco delicato della pelle. Con la mano vago sfioro lo spazio – l’invisibile tra il cuscino e l’aria. L’avverto – è viva e lucida l’assenza che non conosco di un profumo mai imparato. Non c’è un sapore diverso solo il mio, tra collo e zigomi, nella notte rifugio
Oro per tacere
Maree silenziose le inascoltate vie disperse in frugali di sguardi bui, uguali finiti come acqua di rabbia veste il muro schegge nelle crepe difese riempitive svuotate di valore. Niente oro per tacere cenere per ferite mal celate. Perché ora tace il merlo fuggito in tua presenza si rifugia muto. Il silenzio suo è taciuto se