Spiegando-me: perché scrivo raramente poesie non ermetiche?
Non riuscire ad esprimere sé stessi (in poesia) in modo convenzionale, meno ermetico non è una bella sensazione. Capita mi venga chiesto di essere più esplicita e meno astratta nei miei testi ma questa non è una cosa voluta, cercata o forzata è quello che sono nella vita: un insieme di più strati diversi fra
Ego a in-finite Mani
Così poco tempo così breve spazio nascosto, altrove ogni sentiero resta, permane. L’estro scorre assieme all’ego soggioga, annusa accompagna anime in solitudine. Rifugiati eretici mentono al sale lungo guance lungo le arsure. Così poco tempo, la lezione infinita si prosciuga il fiato scorre l’anima infinite mani! Il tempo ci sembra infinito, sempre. Ci illudiamo che
Frenesia tremante
Scuoterò il tuo corpo il cedere l’anima. Terremoto della resa, repressione illusa di realtà labile. Lenti furtivi e vani, tardivi occhi in movimenti al mondo, inutili resa non rende frana vortice nel ventre di Madre terra e lago, aspide nel circolo irrequieto il battito non
Ossa rotte nella nebbia solitaria
Come distorsione delle ossa, elettrica eclettica visione mossa, inascoltata finzione mutata sgrammaticata da fumo e gomma masticata, abbandonata disfatta di un sabato sera trema trema Frena trama trama senza filo senza fine per file, inerme scansati non osservo ho scordato scartato, non regali occhi fragili pigmenti fatti vuoti. E’ stato il troppo Sole? PIC:©Azenoire English