L’abbandono dell’Anima al Bello perduto
Anima ferita – tra onde lasciva si rende a Fiume Nel cullare di sogni infranti disperdersi – l’imperativo vivere per l’abbandono incosciente dei fiori dimenticato simbolo – al tempo d’importanza regia per i cuori ora dannazione materiale Diamanti e smeraldi – brucino nell’infamia, spuma e prati brillanti. E’ la noncuranza, i dettagli svaniti in occhi
Un Nido sicuro (?) in Lido lontano
Ho perso pensieri In desideri annacquati In corsi d’acqua instabili che Rompendo argini già così fragili Han fatto – delle mie ciglia corte – nido. Vorrei sdraiarmi indifesa – nel lido Nella culla di onde e sabbia dolcezza Di quiete stordita, soffice tra le dita Inerte invece – attendo impotente Lacrima scende, pesante e tremante
Scomparire all’omicidio del vuoto suicida
Le tue labbra fumogene come i sogni più inagibili nascosti dentro gli alveari mentre esplodono i sogni più reali e poi spariamo dentro i supermarket per sfuggire a tutti, al nulla scomparire per la pioggia mentre iniziano i telegiornali siamo solo nuova nebbia nebulose incastrate tra lampi e panchine vuote mentre spengono le luci nei
Frenesia tremante
Scuoterò il tuo corpo il cedere l’anima. Terremoto della resa, repressione illusa di realtà labile. Lenti furtivi e vani, tardivi occhi in movimenti al mondo, inutili resa non rende frana vortice nel ventre di Madre terra e lago, aspide nel circolo irrequieto il battito non