La forma affianco ormai fredda
Gli angoli tortuosi, dove si perdono i pensieri prendendo vie contorte – ignote ai miei occhi in quel punto del muro, dove mi lascio – sola continuo a strisciare all’ombra di me stessa tremante senza alcuna parola; gli errori nelle scelte non fatte – i nomi scordati. Sarà nulla, vedrai è solamente tempo – scorre
Selvatica nel Mare
Voglio il mare nelle vene cielo elettrico il cammino tempesta pelle e cera le labbra di bufera il naso tra le viole le mani tra le rocce e mille gocce gocce ancora senza ancòra o bussola edera attorno la fame del vento la rabbia del volo occhi nel velo il telo dipinto la pelle mai
La danza friabile della marea
Tu credi, tu credi alla terra sotto i piedi? Alle maree notturne nell’onda che si alza? Alzo il passo, piede freddo è fredda la panchina il marmo gelido – cedo il mio calore il riscatto dell’attesa. Interminabili i minuti la foschia che acceca – i raggi solitari per giustificarmi. Non troverò scogli, fari o gabbiani
Nel respiro
Immobile Io – riflessa. Nel respiro fermo si ricongiunge – timida la mano al petto, gli occhi nel ricercare nell’essere. Tremito.