Un guanto a terra
Un guanto a terra
foglia vola lenta
lui la presa allenta,
è finita la guerra.
Lei spargeva sè
attorno a lei nulla,
fogli persi di vecchi diari
vecchi fogli orari.
Lui scordava ricordi
provando accordi
precisi momenti, persi
alibi per la memoria corta.
Lei seminava foulard e
anelli, ansiosa li cercava
tornava e poi scappava
per ogni uomo era clochard.
Scordando i propri nomi
scambiando i cognomi,
fiori di loto bruciati
da un vento gagliardo.
La vita resterà un azzardo,
un dardo bruciato lanciato
e il bersaglio distrutto,
pazienta non scagliare freccie.
Corrono folli tra nebbie, folli.
Imitarli o schernirli? Dolci fitte.
Puntare l’accusato. Cuore amaro
desiderio di sogno raro.
Forzata solitudine dell’anima
voluta o cercata tra lamina
e lamiera, infranti i pensieri
fragili a venti ignobili. Mina.
Lei dispersa nel bosco, perde.
Guanto e foulard tra sogni secchi
e desideri intrisi in acqua.
Fuga perentina nell’ ombra.
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