Consumandosi in estremità assuefatte
Scappo.
Rincorro.
Poi mordo fugace
Scelgo la strada,
e fuggo la voce.
Tralascio.
Consumo.
Poi taglio la fune
funesta la fine,
cieco il barlume.
Rifiuto.
T’ascolto.
Diniego consensi
t’illudo di baci,
per confonderti i sensi.
Lacero.
Curo.
Poi scappo d’orrore
il tuo cuore nero,
le tue ultime ore.
Nascondi.
Ti mostri.
Poi pubblica scena
la tua misera cena,
miei rarefatti pensieri.
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