L’assenza. Vagare statico tra aria e pelle –
Ho perso il segno
il solco delicato della pelle.
Con la mano vago
sfioro lo spazio – l’invisibile
tra il cuscino e l’aria.
L’avverto – è viva e lucida
l’assenza che non conosco
di un profumo mai imparato.
Non c’è un sapore diverso
solo il mio, tra collo e zigomi,
nella notte rifugio negli angoli
dove l’occhio non arriva
dove il sogno resta vivo.
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