Stazione d’osservazione
La sala d’attesa
le due righe
e la tua vita sospesa.
Sedersi schiena al muro
il ginocchio come scrivania,
emozione pura, sentita mia.
Scrivere in stazione
e il bordo delle scale,
attiro i vostri sguardi
con sorrisi alla vostra attenzione.
E chiamano un ritardo ancora,
mentre scrivo degli scogli
onde tra binari spogli,
tu , signora, ancora sogni?
Lo sguardo trasandato
di quel ragazzo, che sicuro
ha fumato. Osservo ancora,
lacrime e il tuo volto scuro.
Mi sposto ai binari
tra valigie e fogli orari,
chi bestemmia il ritardo
e chi si perde in ogni sguardo.
La matita scivola leggera
e non si cura della pioggia,
scroscia altera
come la nebbia a Chioggia.
La prima goccia
m’ha sfiorato il viso
raggiungendo poi
il foglio di parole intriso.
E poi il sole timido
ed ancora sul foglio il livido.
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