Maree e sordi
Spargi sale e sabbia
la terra brucia
risacca,
affondi in arsura
mentre vento, placido
muore.
Spandi a terra vuoto
graffiato, poco ignoto
tramandato e reso gioco
o storto spento fuoco.
Nascituro sordo
il mondo ti sconviene
le parole maniacali
di inutili e scontate
ti sovvengono
o strangolano, silenzio.
Sparute anime disperse
lamentose e tristi
saziatevi di Sole
mentre viste brillate.
E volate gabbiani, lontano
all’orizzonte, ove
mi sembra rimirare il Sole
così oltre la linea
così sotto il mare
che la notte cala.
Vieni marea, cambia moto
e vieni a me, dolce resta
carezza anima e viso
mentre Luna sale
e tace, silenziosa
tra stelle e onde.
Venite voi,
tristi e disgraziati
tra i beati infausti
mentre danzano,
illibati i cristalli,
tramutate lacrime
di feriti amanti.
Venite e saziatevi
gabbiani stolti
e ingordi, sabbia
e maltolti,
mentre si leva
la nebbiosa marea.
Trascinatevi a me
sordi viandanti
dimenticati,
inascoltati
e muti,
mentre i granchi
s’attaccano ai piedi
al gabbiano non cedi.
Intercedere tra Alba
e Notte viva, cala
Luna e vivi qui
nel riflesso di sogni,
deliri e maree;
celati i desideri
esposte le follie.
Le pubbliche piazze
le folli giurie.
Photo Credits to: Stefano Bonazzi
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