Precipitano, guarda.
Nel cristallo immobile
di questa notte fragile
resto mentre annego
nei frangenti ultimi
scatti d’istantanee
labili – sadici, ero
fantomatica cura
per nero dolore o
assenza sentita e
ricercata essenza
nell’eterno ciclo
giorni accaldati
ferme nuvole era
nel nero, tra vini
prosciugati neri
su asfalti incendi
nelle folle, follia
nell’accoglierti
nel raccogliermi
testa e corpo, ero
sotto sopra astio
sopra sotto aspide
il muro nel fumo
le stelle fulminate
l’acqua scorreva
al buio artificiale
fulminati fradici
in terre straniere
tornati, stormi
in storni rami
precipitano, guarda.
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