Specchiarsi a filo
Mi inoltro instabile
tra nebbie ed abisso
nella fragilità
tra rovi che segnano
in segnali la presenza
e io, taciturna assenza
assorbo aria e vento
nei sibili tra i rami
trascinando il peso
verso un nuovo punto
scosceso verso paludi
come equilibrista
per inerzia non voluta
verso stabili frammenti
incrociati in foschia
nei sentieri ammalati
per i desideri persi –
allagati o allargati
tra sogni e persone
mentre crolliamo
attutiamo negli specchi
le cadute chilometriche
specchiando gli occhi
nell’immobilità del filo.
PIC: ©virginval
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