L’indagatore incriminato
Raccontami in fretta di chi ero un tempo
estrai ogni mio neo – il sapore della pelle
esprimi quanto l’aria ha consumato i profumi
profanato i miei seni – stretti al petto.
Analizza i miei occhi con i tuoi, perfetti
corruga la fronte per le doppie punte
ad ogni unghia rotta ed imperfetta
– donna imperfezione – nascondendomi.
Rintanami tra i ricordi scomodi
– luoghi proibiti al presente, estranei
sotto lente ogni frammento d’anima
l’impurità celata ad occhi “angelici”.
Quanto resterai? Il necessario,
ovvio – l’innocenza in pelle d’avorio
scontata nella vecchia libreria:
“Vendesi per cessata attività”.
La nostra crisi inscatolata
senza polvere, ricordi fradici
solo esserci – soli viverci.
Ora scrutami dall’alto.
Rispecchiati, vile
nella tua imperfezione
senza cielo all’anima
– vacua ammirazione.
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